Parlare di Piero in questo triste momento non è semplice. Troppi ricordi si sovrappongono e si rischia di cadere nella retorica, cosa che lui certamente non avrebbe gradito.
Piero è il musico che ogni Presidente e Maestro vorrebbero avere tra le fila della propria Banda: musicalmente capace e con un grande attaccamento associativo. Di poche ma pesate parole, sempre presente e disponibile al confronto in particolar modo con i giovani: un esempio da seguire.
Ho conosciuto Piero nel 1973 al mio ingresso in Banda dopo il Corso di musica. Erano anni dove la presenza dei “giovani” era meno preponderante rispetto ai tempi attuali. Sicuramente l’impatto per dei ragazzi poteva essere più difficile, ma la presenza di persone come Piero ha reso più facile l’integrazione generazionale: sempre prodigo di consigli e disponibile a suggerimenti che hanno reso più semplice il percorso dell’Associazione in questi anni.
Piero suonava il bombardino. Uno strumento dal nome che fa sorridere e forse è per questo che oggi viene chiamato Eufonio. Uno strumento dal suono armonioso ma molto impegnativo. E Piero lo suonava con una naturalezza che sembrava fosse la cosa più semplice al mondo. Istintivo e capace si univa agli altri musici non appena qualcuno iniziava a suonare: “Taca Dolce Aura” e via, si cominciava e lui accompagnava, faceva il controcanto e nelle parti solistiche non esagerava mai, sempre “gentile” nel suonare.
Dopo aver trascorso circa 70 anni in Banda, all’età di quasi novant’anni è venuto a dirmi che non ce la faceva più a suonare marciando e quindi che avrebbe smesso di frequentare. Alla mia insistenza nel cercare di convincerlo a partecipare almeno ai concerti, cortesemente ma con fermezza mi ha detto “No grazie, se non riesco a essere presente ai servizi marciabili che esempio posso dare agli altri musici partecipando solo ai concerti”. E da allora ha comunque partecipato alle riunioni, alle S. Cecilia ed a tutte le attività alle quali poteva essere presente perché uno come Piero, con la sua storia, è musico per sempre.
Oggi, che Piero ha ripreso a suonare con tutti i musici che lo hanno preceduto e con i quali ha percorso un tratto importante della nostra vita Associativa, resta in noi la sua immagine di grande uomo, convinti che sarà impossibile colmare il vuoto che ha lasciato. Nelle sfilate, quando passeremo in via Buonarroti, lo immagineremo ancora sulla panchina che ci aspetta per salutarci, come faceva negli ultimi tempi, sorridendo felice perché la “sua” Banda prosegue la marcia nel suo esempio.
Ciao Piero e “taca Dolce Aura”.
Pierfranco Signetto
Presidente Corpo Musicale “Città di Settimo Torinese”